P.O.R. SARDEGNA FSE 2007-2013

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Asse V transnazionalità

e cooperazione

Programma “Ad Altiora” Linea 1: Persone svantaggiate – Area 1.c.2

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ATS

06/04/2011

Visita guidata al Pozzo di Santa Cristina

 

Il gruppo si reca a Paulilatino nell'altopiano basaltico di Abbasanta nella Sardegna centro-occidentale, il territorio presenta una bellezza suggestiva con vegetazione costituita da olivastri secolari, querce, macchia mediterranea, e numerose e importanti testimonianze archeologiche.

La località prende nome dall’omonima chiesetta campestre dedicata a Santa Cristina, situata al centro delle case di pellegrinaggio utilizzate dai fedeli durante i festeggiamenti, meglio note con il nome di muristenes (cumbessiasnelle altre località dell’Isola).

Le feste in onore della Santa si celebrano nella seconda domenica di maggio e per l’Arcangelo Gabriele nella quarta domenica di ottobre.

L'area archeologica, gestita dalla cooperativa Archeotur, consta di un villaggio, un nuraghe, una tomba di giganti e un affascinantissimo tempio a pozzo.

Accompagnati dalla guida turistica, iniziamo la visita del settore posto a Nord-Est che comprende il pozzo sacro, la capanna delle riunioni e ambienti con profilo sia curvilineo che quadrangolare del tempio a pozzo.

Ha una struttura composta di tre parti essenziali: il vano di ingresso (vestibolo), al livello del suolo, la scala che scende nel terreno e il vano interrato coperto dalla volta a tholos (falsa cupola).
Sul fondo del vano interrato, ai piedi della scala c'è la fonte sacra.
In superficie un recinto ellittico di pietre delimita l'area sacra.

Dal punto di vista planimetrico, il pozzo, presenta il classico schema composto da vestibolo e scala discendente verso la camera sotterranea che custodisce la vena sorgiva.
Esternamente un recinto ellittico delimita il  muro perimetrale a forma di serratura di chiave, dotato di un sedile a parete, che racchiude l’atrio rettangolare ed il tamburo del pozzo.

Il vano d'ingresso è un'apertura a ventaglio che introduce in modo solenne alla scala monumentale che entra, composta, nella terra fino ad incontrare le sacre acque sul fondo.

Il vano scala ha una forma trapezoidale con una larghezza circa d 4 metri ha una profondità d circa 7 metri ,e la scala ha 25 gradini ed è coperta dal soffitto che riproduce una scala rovesciata.

Il sito archeologico fu riconosciuto nell'Ottocento da Alberto Lamarmora e Giovanni Spano.

Antonio Taramelli segnalò il rinvenimento di una navicella nuragica, ma i primi interventi di scavo del pozzo risalgono al 1953. Altre indagini furono effettuate nel 1967-73 e nel 1977-83 ad opera di Enrico Atzeni. Nel 1989-90 Paolo Bernardini esplorò alcuni ambienti del villaggio. L'area è tuttora oggetto di scavo e restauro.

Gli scavi del tempio hanno messo in luce bronzi siro–palestinesi e fibule bronzee ad arco semplice ed a sanguisuga del IX e VII sec . a.c , tutto questo testimoniano la vitalita dell’ area sacra.

 

 

 

 

 

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